Rifiuti speciali non pericolosi

Biostaff è specializzato anche nel recupero di rifiuti non pericolosi

Il recupero dei rifiuti speciali non pericolosi

Nella gerarchia della gestione rifiuti, il recupero è l’ultima azione possibile prima dello smaltimento del rifiuto: è fondamentale quindi che ciascuna azienda si attivi per individuare idonee soluzioni che consentano di recuperare il maggior numero di rifiuti prodotti, riducendo al minimo quelli da avviare a smaltimento.

Il recupero dei rifiuti speciali non pericolosi può avvenire in due modi: attraverso il recupero di materia o attraverso il recupero di energia; in tal modo i rifiuti contribuiscono a ridurre l’uso di materie prime, sostituendole.

I rifiuti speciali non pericolosi del settore alimentare possono essere efficacemente riciclati e recuperati attraverso il compostaggio, la digestione anaerobica o il trattamento integrato aerobico/anaerobico.

Biostaff è specializzata nella ricerca di soluzioni alternative e innovative, nel rispetto della normativa vigente, per il recupero dei rifiuti speciali non pericolosi del comparto agroalimentare: guidiamo le aziende clienti verso una gestione dei propri rifiuti più sostenibile e consapevole.

Contattaci per avere maggiori informazioni ed una consulenza specializzata sul recupero dei tuoi rifiuti aziendali!

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Cos’è un rifiuto speciale non pericoloso?

Scopri con Biostaff Cos’è un rifiuto speciale non pericoloso
Il Testo unico ambientale (TUA) definisce il rifiuto come una “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”. I rifiuti possono classificarsi:
  • in base all’origine: in rifiuti urbani, ossia i rifiuti domestici e derivanti da attività pubbliche, gestiti dalle pubbliche amministrazioni, o in rifiuti speciali, che derivano da attività produttive di industrie e aziende, gestiti da ditte autorizzate al recupero o allo smaltimento.
  • in base alle caratteristiche di pericolosità: in rifiuti pericolosi e non pericolosi.
Scopri con Biostaff Cos’è un rifiuto speciale non pericoloso

Ai rifiuti speciali viene attribuito un codice identificativo (codice EER, o comunemente codice CER) in base al processo produttivo da cui sono originati e, in caso si tratti di rifiuti speciali pericolosi, sono segnalati da un asterisco “*”; tali codici sono contenuti nell’Elenco Europeo dei Rifiuti, aggiornato dalla Legge 29 luglio 2021 n. 108.

Sono rifiuti speciali:

  • i rifiuti derivati da attività agricole e agro-industriali, dalla selvicoltura e dalla pesca;
  • i rifiuti derivati dalle attività di demolizione, costruzione e scavo;
  • i rifiuti da lavorazioni industriali e artigianali;
  • i rifiuti da attività commerciali e di servizio;
  • i rifiuti derivanti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti;
  • i fanghi prodotti da trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi;
  • i rifiuti derivanti da attività sanitarie;
  • i veicoli fuori uso.

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Qual è la corretta gestione dei rifiuti speciali non pericolosi?​

Il primo passo per una gestione dei rifiuti aziendali conforme alle norme (c.d. compliance ambientale), è la loro corretta classificazione: attraverso l’analisi del processo produttivo da cui si originano i rifiuti, è possibile stabilire innanzitutto se si tratti di rifiuti pericolosi o non pericolosi e, successivamente, attribuire il codice corretto in base alla classificazione EER (Elenco europeo dei rifiuti).

In questa fase sarà importante valutare le singole tipologie di residuo produttivo alla luce degli obblighi specifici dell’azienda, dell’impatto ambientale prodotto e della possibilità di considerare i rifiuti come sottoprodotti.

Biostaff si occupa anche di darti consulenza per una corretta gestione dei rifiuti speciali non pericolosi?​

Il secondo aspetto attiene alla gestione operativa dei rifiuti in azienda: considerando la tipologia e quantità di rifiuti presenti in azienda occorrerà organizzarne il deposito temporaneo con contenitori o attrezzature di stoccaggio idonei a garantire il rispetto dei tempi e delle quantità di rifiuti in deposito, prescritti dalla normativa.

L’ultimo step è quello della documentazione: annotare, entro 10 giorni lavorativi, sul registro di carico scarico rifiuti, le quantità di rifiuto prodotte (carico) e smaltite (scarico); verificare le autorizzazioni dei propri fornitori (trasportatori, destinatari ed eventuali intermediari) alla gestione di rifiuti corrispondenti al proprio codice EER; compilare il formulario di identificazione rifiuti (prima copia) in occasione di ciascun conferimento di rifiuti; verificare di aver ricevuto dal destinatario la quarta copia del formulario; redigere annualmente la dichiarazione MUD.

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